Il Mondiale a Verstappen non svaluterebbe i 7 di Hamilton

Il primo Mondiale di Max Verstappen toglierebbe valore ai sette conquistati da Lewis Hamilton? La domanda che comincia a circolare in Formula 1 è molto semplice. Avete visto? Hamilton ha vinto tanto soltanto perché ha sempre guidato una monoposto nettamente superiore alla concorrenza.

Per dribblare la domanda basterebbe rispondere che comunque Lewis non era il solo a guidare quell’auto. Come minimo c’era sempre un compagno di squadra a guidarne una uguale e lui in sette anni solo una volta è stato battuto da Rosberg che per vincere il duello si è spremuto così tanto da non riuscire più a correre dopo quel successo. Per battere Lewis si è svuotato e non ha trovato le energie per proseguire. Se Verstappen dovesse vincere un campionato dove oggi è diventato favorito, la stella di Lewis non ne uscirebbe offuscata, così come era successo ai tempi di Michael Schumacher.

Ci sono momenti nella carriera di un campione in cui il ciclo si interrompe. Inevitabilmente. Se Max riuscirà a interrompere quello di Hamilton non cancellerà la storia di Hamilton così come Alonso non cancellò quella di Michael. Hamilton ha segnato un’epoca della Formula 1 e in questi anni di dominio ci sono state anche stagioni in cui non guidava l’auto migliore, basta pensare alla Ferrari di Sebastian Vettel nel 2018.

Quest’anno il duello per il titolo è straordinario. Le due monoposto si equivalgono come non capitava da anni e i due piloti si stanno spingendo a vicenda oltre i limiti. In America hanno duellato fianco a fianco per pochi metri, ma poi hanno gareggiato sempre con l’altro negli specchietti. Prima è capitato a Lewis condurre il gioco dopo una partenza magistrale, poi a Max. L’impressione è che a fine stagione usciranno tutti e due più grandi di prima. Indipendentemente da chi sarà campione.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

2 commenti

  1. Se ogni volta che nasce un nuovo campione, quello precedente non vale più nulla, allora bisognerebbe celebrare sempre e solo l’ultimo. Vincere un mondiale è sicuramente difficile, vincerne sette lo è molto di più con o senza la macchina. Vettel ne ha vinti quattro con un siluro che andava anche da solo, ma anche in quel caso il suo compagno di scuderia non riuscì a fare altrettanto. Anche Massa, pur avendo come compagno Schumacher, non vinse altrettanto. Qui entrano in ballo anche altre dinamiche. Se fosse stato Bottas (o Rosberg al tempo) a vincere due mondiali di seguito, forse la storia sarebbe stata diversa. Ordini di scuderia più o meno velati avrebbero impedito di far male a chi tra i due si fosse dimostrato migliore, quindi anche la parità di macchina non significa granchè se dal box ti ordinano di far passare il tuo compagno. Max sta dimostrando di essere alla pari se non superiore a Lewis quest’anno. Vediamo se riuscirà a ripetersi per almeno sette volte e poi ne riparliamo.

  2. Io ricordo ancora chi diceva “Schumacher è finito, non ne ha piu”, dopo che Alonso vinse il suo primo GP nel 2003.

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